Rischio di insufficienza renale cronica associato ad inibitori di pompa protonica

A cura di Simona Lucchesi. UOSD Farmacologia Clinica. AOU “G. Martino” Messina

Sulla rivista JAMA International Med è stato pubblicato un articolo (1) relativo al rischio di insufficienza renale cronica (IRC) associato all’uso di inibitori di pompa protonica (PPI).
In questo studio 10.482 soggetti (nell’Atherosclerosis Risk in Communities study) con una velocità di filtrazione glomerulare stimata di almeno 60 ml/min/1,73 m2 sono stati seguiti da una visita al basale (tra l’1 febbraio 1996 e il 30 gennaio 1999) fino al 31 dicembre 2011. I dati sono stati analizzati da maggio 2015 per ottobre 2015. I risultati sono stati replicati in una coorte amministrativa di 248.751 pazienti (dal Geisinger Health System) con una velocità di filtrazione glomerulare stimata di almeno 60 ml/min /1,73 m2.
L’esposizione era definita come un trattamento con PPI, mentre l’impiego di anti-H2 è stato considerato come controllo o comparator.
L’incidenza di IRC è stata definita utilizzando i codici diagnostici alla dimissione ospedaliera o alla morte (nell’Atherosclerosis Risk in Communities study) e da una velocità di filtrazione glomerulare stimata persistente <60 ml/min/1,73 m2, misurata a livello ambulatoriale, nella coorte del Geisinger Health System.

  • Nel gruppo in studio l’età media era 63,0 (DS ±5,6) anni e il 43,9% era di sesso maschile. Rispetto ai non utilizzatori, gli utilizzatori di PPI erano più spesso di razza bianca, obesi e assumevano farmaci antipertensivi.

L’uso di inibitori di pompa protonica è risultato associato ad insorgenza di IRC sia nell’analisi non aggiustata (hazard ratio, HR, 1,45; IC 95% 1,11-1,90), che in quella aggiustata per variabili demografiche, socio-economiche e cliniche (HR 1,50; IC 95% 1,14-1,96). L’associazione persisteva quando gli utilizzatori di PPI al basale sono stati confrontati direttamente con gli utilizzatori degli anti-H2 (HR aggiustato 1,39; IC 95% 1,01-1,91) e con i non utilizzatori (HR 1,76; IC 95% 1,13-2,74).

  • Nella coorte del Geisinger Health System, l’associazione tra uso di PPI ed IRC è stata osservata in tutte le analisi. La somministrazione di PPI due volte al giorno è risultata associata ad un rischio maggiore di IRC rispetto alla monosomministrazione giornaliera (HR aggiustato 1,46; IC 95% 1,28-1,67 versus HR aggiustato 1,15; IC 95% 1,09-1,21).

 

Gli autori dello studio concludono affermando che l’uso di inibitori di pompa protonica è risultato associato ad un rischio più elevato di incidenza di IRC. Ricerche future dovranno valutare se limitare l’uso di PPI riduce l’incidenza di IRC. 

Bibliografia

  1. Lazarus B, et al. Proton pump inhibitor use and the risk of chronic kidney disease.JAMA Intern Med 2016; 176: 238-46.

Link

I pazienti anziani trattati con inibitori di pompa protonica sono a rischio di insufficienza renale acuta?

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Ultimo aggiornamento: 29 luglio 2016