Rischio di tromboembolismo venoso a seguito dell’utilizzo di contraccettivi orali. Autorità regolatoria neozelandese (Bollettino – Marzo 2022)

A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina

 

–          I prescrittori dovrebbero comunicare alle donne che utilizzano contraccettivi orali quali sono i sintomi e i segni correlati al tromboembolismo venoso.

–          È importante che gli operatori sanitari raccomandino alle donne di consultare un medico qualora insorgessero sintomi o segni correlati a tromboembolismo venoso.

–          È opportuno, inoltre, rivalutare periodicamente il rischio di tromboembolismo venoso durante l’utilizzo dei contraccettivi orali, dal momento che nel tempo si possono modificare i fattori di rischio.

 

Nel Bollettino dell’autorità regolatoria neozelandese, pubblicato nel Marzo 2022 (1), è stato pubblicato un avviso relativo al rischio di tromboembolismo venoso a seguito dell’utilizzo di contraccettivi orali.

 

A seguito di una segnalazione di embolia polmonare ad esito fatale in una giovane donna che assumeva contraccettivi orali, la Commissione neozelandese sulle Reazioni Avverse da Farmaci (Medicines Adverse Reactions Committee, MARC) ha chiesto di ricordare ai prescrittori di assicurarsi che le donne che utilizzano contraccettivi orali siano a conoscenza dei sintomi e dei segni correlati al tromboembolismo venoso.

Il tromboembolismo venoso si può verificare in qualsiasi momento durante l’utilizzo di contraccettivi orali.

Tuttavia, il rischio è maggiore durante il primo anno di utilizzo e quando si riprende l’utilizzo dopo un’interruzione di ³4 settimane.

 

  • I prescrittori dovrebbero comunicare alle donne che utilizzano contraccettivi orali quali sono i sintomi e i segni correlati al tromboembolismo venoso. Inoltre, dovrebbero ripetere queste informazioni di volta in volta durante l’utilizzo di contraccettivi orali, in quanto le donne potrebbero non ricordare tutte le informazioni ricevute inizialmente.
  • È importante che gli operatori sanitari raccomandino alle donne che utilizzano contraccettivi orali di consultare un medico, qualora si manifestino sintomi o segni di tromboembolismo venoso, tra cui dolore, gonfiore o calore a livello delle gambe e/o insorgenza di dolore toracico, tosse o dispnea.

 

In base alle evidenze emerse durante gli studi osservazionali, l’utilizzo corrente di contraccettivi orali è risultato associato ad un aumento di 3-3,5 volte del rischio di tromboembolismo venoso rispetto al mancato utilizzo.

 

Nonostante tale aumento del rischio relativo rispetto al mancato utilizzo, il rischio assoluto di tromboembolismo venoso nelle donne che utilizzano contraccettivi orali rimane basso. Il rischio assoluto varia in base al tipo di progesterone.

 

I fattori che aumentano tale rischio includono una storia di tromboembolismo venoso, la presenza di trombofilia, gli interventi chirurgici maggiori, traumi, l’immobilità prolungata, il periodo post-partum, il fumo, l’obesità e l’età avanzata.

 

I prescrittori devono periodicamente rivalutare il rischio di tromboembolismo venoso nelle donne che utilizzano contraccettivi orali, al fine di garantire che il beneficio associato all’utilizzo superi il rischio di reazioni avverse.

 

L’insorgenza di tromboembolismo venoso può essere asintomatica oppure essere associata a sintomi aspecifici, come rigidità a livello dei polpacci, dolore toracico o tosse.

Per tale motivo, è sempre opportuno tenere a mente la possibilità che l’utilizzo di contraccettivi orali possa essere associato all’insorgenza di tromboembolismo venoso e, pertanto, si raccomanda agli operatori sanitari di indagare in modo opportuno, quando si ritiene necessario, cioè nei casi in cui ci sia un sospetto.

 

Bibliografia

  1. Prescriber Update 2022; 43: 2–3.

 

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Ultimo aggiornamento: 11 aprile 2022