Dermatite allergica da contatto causata dal feniletil resorcinolo, un agente schiarente contenuto in una protezione solare

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin – Dipartimento di Farmacia – Università di Napoli Federico II

Riportiamo di seguito un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Contact Dermatitis [2016; 75: 240–259] a cura di un gruppo di ricercatori spagnoli María-Antonia Pastor-Nieto1, Paloma Sánchez-Pedreño2, Teresa Martínez-Menchón2, Virginia Melgar-Molero1, Francisco Alcántara-Nicolás1 e Pablo de la Cruz-Murie3 (1Dermatology Department, University Hospital of Guadalajara, 19002 Guadalajara, Spagna, 2Dermatology Department, University Clinical Hospital Virgen de la Arrixaca, 30120 Murcia, Spagna, e 3Pharmacy Department, University Clinical Hospital Virgen de la Arrixaca, 30120 Murcia, Spagna) che hanno descritto due casi di dermatite allergica da contatto causata dal feniletil resorcinolo presente in una protezione solare.

Il feniletil resorcinolo (CAS no. 85-27-8), un derivato diidrossilato del difenilmetano con potente attività inibitoria dell’enzima tirosinasi, è uno dei più potenti agenti schiarenti [1].

Casi clinici
Il primo caso si riferisce ad una parrucchiera di 30 anni che presentava placche eritematose lichenificate, che avevano coinvolto inizialmente solo il labbro superiore diffondendosi in seguito al viso causandole un disagio sociale. Aveva applicato, diverse volte al giorno, per due mesi, una protezione solare specifica per pazienti con melasma o iperpigmentazione.
La paziente è stata sottoposta a patch test dai dermatologi a cui si era rivolta con la serie standard dello Spanish Contact Dermatitis Research Group (GEIDAC), la seria cosmetica, la serie per parrucchieri e la serie delle fragranze (forniti da AllergEAZE, Calgary, Canada) e, inoltre, con i prodotti da lei utilizzati. Sono stati ottenuti risultati positivi (3+) nei giorni 2 e 4 solo con la crema solare testata tal quale.
Successivamente sono stati condotti ulteriori patch test con le diluizioni di ogni singolo ingrediente della protezione solare, fornito dal produttore, e con la serie dei filtri solari ottenendo risultati positivi solo con il feniletil resorcinolo in pet. I patch test effettuati in 10 pazienti controllo avevano, invece, mostrato risultati negativi.
Gli Autori precisano, inoltre, che il produttore aveva confermato che la concentrazione degli ingredienti fornita per i patch test, era uguale a quella utilizzata nel prodotto originale e aveva dichiarato che la concentrazione di feniletil resorcinolo era < 0,5%.
Il secondo caso riguarda una donna di 50 anni con rinite allergica, che si era presentata al pronto soccorso manifestando una reazione al viso, che la donna attribuiva all’applicazione di una protezione solare. La donna era stata sottoposta a patch test con la serie standard di GEIDAC e la serie dei filtri solari (Chemotechnique, Vellinge, Svezia) nonché con la protezione solare da lei utilizzata, testata tal quale. Sono stati ottenuti risultati positivi (3+) il giorno 4 con la protezione solare.
Sono stati eseguiti, inoltre, ulteriori patch test con le materie prime, fornite dal produttore e diluite in maniera appropriata. Il feniletil resorcinolo 2% in pet. aveva determinato una reazione positiva (3+) il giorno 4. Gli Autori precisano che i patch test effettuati in 5 pazienti controllo avevano mostrato risultati negativi. 

Discussione
Gli Autori riferiscono che il primo caso di sensibilizzazione da feniletil resorcinolo, contenuto in un prodotto schiarente, manifestatosi in una donna giapponese è stato riportato nel 2013 [2] e che, in base alle loro conoscenze, finora, non sono stati pubblicati altri casi.
Gli Autori aggiungono che, in letteratura, sono stati riportarti 19 casi di dermatite da contatto causata da diversi agenti depigmentanti presenti in prodotti cosmetici, che avevano interessato tutti donne di mezza età [2-14]. Gli Autori precisano, inoltre, che gli ingredienti con funzione schiarente, citati in questi articoli, erano chimicamente abbastanza diversi e che tutte le manifestazioni erano state causate da creme schiarenti, ad eccezione dei due casi da loro descritti in questo articolo in cui la reazione era stata causata da una protezione solare. Aggiungono che quasi tutti i casi erano stati riportati da Autori giapponesi o spagnoli, precisando che non è certo che questo dato rispecchi l’esposizione regionale, anche se è probabile che l’uso di agenti schiarenti sia più diffuso nelle popolazioni con carnagione più scura, che sono più inclini a sviluppare melasma o iperpigmentazione.
Gli Autori hanno analizzato gli ingredienti di 338 prodotti, indicati come protezioni solari, anti-età e schiarenti, di 15 marchi dermocosmetici in Spagna, al fine di determinare l’eventuale presenza di derivati del resorcinolo (feniletil resoricinolo, esil resorcinolo e butil resorcinolo). La metà dei marchi e il 36% dei prodotti schiarenti contenevano alcuni dei 3 derivati. L’ingrediente rintracciato con maggiore frequenza nelle creme schiarenti è stato il butil resorcinolo (circa il 20%). Il feniletil resorcinolo, invece, è stato trovato solo in 6 (1,7%) prodotti (4 schiarenti e 2 protezioni solari, incluso il prodotto causa di dermatite nei casi riportati dagli Autori) di 3 diversi marchi. In nessun’altra protezione solare è stato rinvenuto uno dei 3 derivati del resorcinolo. Pochi altri prodotti diversi dagli schiarenti contenevano i derivati del resorcinolo. Gli Autori fanno notare, tuttavia, che, finora, né l’esil resorcinolo né il butil resorcinolo sono stati mai stati ritenuti causa di dermatite da contatto.
In conclusione gli Autori sottolineano che: 1) il feniletil resorcinolo, una nuova sostanza depigmentante, è stata rinvenuta non solo in alcuni prodotti schiarenti ma anche in alcune protezioni solari e può provocare dermatite allergica da contatto; 2) considerando l’uso delle protezioni solari destinato a varie tipologie di consumatori con esigenze individuali specifiche e la conseguente diversificazione degli ingredienti, è probabile che si manifestino casi di reazioni causate da nuovi ingredienti, utilizzati per scopi diversi dalla fotoprotezione. Per questo motivo la serie dei filtri solari disponibile potrebbe non essere sufficiente per fare una diagnosi; 3) per la diagnosi di nuovi allergeni è spesso indispensabile che il paziente si sottoponga a patch test sia con i prodotti sospetti che con i singoli ingredienti, forniti dai produttori. 

Bibliografia

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Ultimo aggiornamento: 14 marzo 2017