Dermatite allergica da contatto causata da Vea®lipogel: compound allergy?

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin – Dipartimento di Farmacia – Università di Napoli Federico II

Tratto da Milanesi N, et al. Allergic contact dermatitis caused by VEA(®) lipogel: compound allergy? Contact Dermatitis 2016; 75: 243-4.

“Si riporta di seguito un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Contact Dermatitis [2016; 75: 243–244] a cura di un gruppo di dermatologi italiani Nicola Milanesi, Massimo Gola e Stefano Francalanci (Unità di Dermatologia Allergologica e Professionale, Dipartimento di Chirurgia e Medicina traslazionale, Università di Firenze, Italia) in cui sono stati riportati8 casi di dermatite allergica da contatto (DAC) manifestata in seguito all’utilizzo del cosmetico Vea®lipogel.
Gli Autori riportano che il termine “compound allergy”viene utilizzato per descrivere una condizione in cui i pazienti mostrano risultati positivi aipatch testeseguiti con il prodotto testato tal quale e risultati negativi aipatch test eseguiti con tutti i singoli ingredienti. In questo articolo, gli Autori riportano8 casi di DAC al Vea®lipogel (Ulka, Rovigo, Italia), un cosmetico che,precedentemente, era già stato indicato da altri Autori come causa di “compound allergy” [1]. Tutti i casi riportati dagli Autori sono stati osservati tra ottobre e dicembre 2015 presso l’Unità di Dermatologia Allergologica e Professionale dell’Università di Firenze. 

Pazienti e Metodi
Gli Autori riportano che il loro studio osservazionale ha coinvolto 10 pazienti (2 maschi e 8 femmine) con una sospetta dermatite da contatto causata dal Vea® lipogel. I pazienti avevano un’età compresa tra 8 e 62 anni (media 36,5 anni; mediana 34 anni). Gli Autori riferiscono che tutti i pazienti avevano applicato tale cosmetico per trattare una dermatite pre-esistente al fine di dare sollievo alla pelle e trattare la secchezza delle mucose. Come riferito dagli Autori,7 pazienti avevano una storia di atopia, 2 pazienti soffrivano di Lichen Sclerosus genitale (malattia infiammatoria a carattere cronico-recidivante che può interessare, con formazioni maculari o a placche, le mucose genitali maschili e femminili, la cute adiacente e in misura meno significativa la cute di altri siti corporei) ed 1 paziente era affetto dalla sindrome di Sjögren (malattia infiammatoria cronica di natura autoimmune in cui il sistema immunitario attacca soprattutto le ghiandole esocrine, tra cui le salivari e le lacrimali, distruggendole e creando notevoli disturbi quali secchezza orale e oculare).
Gli Autori hanno eseguito i patch test con le serie di base suggerite dalla Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale (SIDAPA), fornite sia dall’azienda FIRMA (Firenze, Italia) che dalla Chemotechnique Diagnostics (Vellinge, Svezia), in accordo alle raccomandazioni della International Contact Dermatitis Research Group (ICDRG). Gli Autori riferiscono che i pazienti sono stati sottoposti anche a patch test con altri prodotti da loro utilizzati e il prodotto Vea®lipogel, testato tal quale, applicati sulla schiena nelle camerette van derBend® Square Chambers (van derBend, Brielle, Paesi Bassi) occluse con il cerotto Medipore™ (3M Company, Minneapolis MN, Stati Uniti). Le letture sono state eseguite nei giorni 2, 4 e 7. Gli Autori hanno osservato i giorni 2 e 4 reazioni (++) al Vea®lipogel, testato tal quale, in 8 pazienti, di cui 7 avevano avuto un coinvolgimento al viso e 1all’area genitale. In 2 pazienti non si era, invece, osservata positività.
Gli Autori riferiscono che un mese dopohanno eseguito nuovamente i patch test con i singoli ingredientiforniti dall’azienda produttrice (ciclopentasilossano, tocoferolo acetato, olio di ricino idrogenato, etilesil palmitato e dimetilconolo) e il tocoferolo acetato (10% in pet. fornito da Chemotechnique Diagnostics), ma che tutti i 10 pazienti avevano manifestato una reazione negativa.
Gli Autori sottolineano che la rilevanza clinica della reazione positiva al patch test con il prodotto Vea®lipogel testato tal quale era stata confermata dalla completa risoluzione della dermatite dopo che i pazienti avevano smesso di utilizzare il cosmetico in questione.
Gli Autori riferiscono, inoltre, che testando il Vea®lipogel e i singoli ingredienti su 10 controlli non si sono manifestate reazioni irritative. Per i 2 pazienti con i risultati dei patch test negativi per il Vea®lipogel gli Autori hanno eseguito anche il Repeated Open Application Test (ROAT) che non ha prodotto alcuna reazione. Gli Autori, quindi, per questi 2 pazienti hanno fatto diagnosi di dermatite irritativa da contatto sulla base di una dermatite pre-esistente.
Gli Autori riferiscono che l’azienda produttrice ha suggerito la possibilità che lo stoccaggio e la produzione a temperature troppo elevate avrebbero potuto modificare i singoli ingredienti contenuti nel prodotto e ha riconosciutoche i lotti potrebbero contenere tocoferoloacetato proveniente da diversi fornitori. Per tale motivo gli Autori riferiscono di aver sottoposto 2 pazienti, che hanno acconsentito, a ulteriori patch testcon le due diverse tipologie di tocoferolo, indicate come tocoferolo acetato “tipo A” (25% in pet.) e tocoferolo acetato di “tipo B” (25% in pet.) e con l’olio di ricino idrogenato (25% in pet.), il dimeticonolo (25% pet.) e il ciclopentasilossano (25% pet.) riscaldatia 90° e poi fatti raffreddare. Gli Autori riportano che i 2 pazienti avevano manifestato una reazione positiva al tocoferolo acetato di “tipo A” nei giorni 2 e 4, ma reazioni negative a tutti gli altri ingredienti, confermando così la diagnosi finale di DAC causata dal tocoferolo acetato di “tipo A”.

Conclusioni
Gli Autori riferiscono che in letteratura è stato trovato un solo caso di “compound allergy” al Vea® lipogel [1] e due casi di DAC causata dalla vitamina E presente nel Vea® oil e nel Vea® lipogel [2]. Gli Autori, inoltre, riportano che in un altro caso la“compound allergy”al Vea®lipogel è stata attribuita ad un’interazione tra il ciclopentasilossano e il tocoferolo acetato [3].
In una recente revisione in cui sono stati riportati 931 casi di DAC indotta dalla vitamina E,a partire dalla prima osservazione nel 1965, si è giunti alla conclusione che, nonostante l’uso della vitamina E nei prodotti per la cura della pelle sia molto diffuso, l’incidenza di tale reazione è bassa [4]. Gli Autori riferiscono che il potenziale allergenico di alcune sostanze potrebbe aumentare in seguito all’ossidazione [2] e che i componenti potrebbero modificarsi durante la produzione, lo stoccaggio o quando utilizzati dal consumatore [5]. Gli Autori, inoltre, dichiarano che gli ingredienti forniti dal produttore potrebbero essere non del tutto affidabili e completi, causando così reazioni falso-negative e portando ad una diagnosi di “pseudo” compound allergy.
Gli Autori sottolineano che, in alcuni pazienti da loro analizzati, il tocoferolo di “tipo A” potrebbe essere la vera causa della DAC causata dal Vea®lipogel, forse per la presenza di impurità in questo specifico ingrediente. Secondo gli Autori, questa ipotesi potrebbe spiegare sia i risultati negativi imprevisti osservati da Corazza et al. quando hanno ripetuto i test 1 mese più tardi con diversi campioni di Vea® Lipogel [2], sia la tolleranza che gli 8 pazienti inclusi nello studio hanno manifestato quando hanno usato prodotti di marchio diverso contenenti vitamina E.
Gli Autori concludono che l’alta prevalenza di DAC causata dal Vea®lipogel nei loro pazienti potrebbe suggerire un focolaio di un’epidemia; pertanto si aspettano che, in futuro, si manifestino altri casi.” 

Bibliografia

  1. Schianchi S, et al. Compound allergy to vea oil. Contact Dermatitis 2003; 49: 222.
  2. Corazza M, et al. Vitamin E contact allergy: a controversial subject. Dermatitis 2012; 23: 167–169.
  3. Corazza M, et al. Compound allergy to a lipophilic gel containing vitamin E acetate and cyclopentasiloxane. Dermatitis 2013; 24: 198–199.
  4. Kosari P, et al. Vitamin E and allergic contact dermatitis. Dermatitis 2010; 21: 148–153.
  5. Karlberg AT, et al. Regulatory classification of substances oxidized to skin sensitizers on exposure to air. Contact Dermatitis 1999; 40: 183–188.
Ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2016