Impiego di inibitori del SGLT2 (canagliflozin, dapagliflozin ed empagliflozin): quale possibile rischio? Ministero della Salute canadese 8 febbraio 2018

A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina
 
Il Ministero della Salute canadese ha analizzato il rischio di sviluppare una rara patologia cerebrale, la sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (posterior reversible encephalopathy syndrome, PRES), in pazienti trattati con inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (sodium-glucose co-transporter 2, SGLT-2) e che hanno sviluppato chetoacidosi diabetica.
La PRES è caratterizzata da improvvise alterazioni neurologiche, tra cui cefalea, stato confusionale, convulsioni e disturbi visivi. Quando è causata da un farmaco, è necessario interrompere l’assunzione del farmaco il più presto possibile per evitare complicanze.
 
Al momento dell’analisi, il Ministero della Salute canadese aveva ricevuto due segnalazioni nazionali relative a PRES in pazienti trattati con inibitori di SGLT-2 che avevano sviluppato chetoacidosi diabetica. In entrambi i casi il farmaco sospettato era il canagliflozin. Tuttavia altri fattori di rischio come la chetoacidosi diabetica e la presenza di infezioni severe potrebbero aver giocato un ruolo nell’insorgenza della patologia.
Una ricerca effettuata nel Database delle Reazioni Avverse dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization’s Adverse Drug Reaction Database) non ha identificato altre segnalazioni aggiuntive.
 
Non sono stati riportati in letteratura altri casi relativi ad impiego di inibitori di SGLT-2 ed insorgenza di PRES.
 
Le informazioni disponibili non sono sufficienti a stabilire una correlazione. Tuttavia, è opportuno continuare a monitorare tale possibile rischio.

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Ultimo aggiornamento: 27 febbraio 2018