Documento di riflessione sulla presenza di idrocarburi policiclici aromatici nei prodotti a base di piante medicinali

A cura di Annabella Vitalone. Dipartimento Fisiologia e Farmacologia “V. Erspamer”, Sapienza – Università Di Roma

Questo documento di riflessione trae origine dai problemi di sicurezza che si possono verificare a causa di una possibile contaminazione delle droghe vegetali e/o dei loro derivati, da parte degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Tale discussione ha lo scopo di valutare la necessità di attuare eventuali controlli ad hoc ed è rivolta a tutte le parti interessate (produttori, consumatori, enti regolatori dei diversi stati membri, ecc.).
Il termine ultimo per la consultazione e l’acquisizione di dati scientifici o informazioni documentate è il 15 dicembre 2016.
Dopo la valutazione della documentazione acquisita, il Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC) pubblicherà una relazione sull’argomento, corredata da eventuali linee guida.

Gli IPA (o areni) sono un’ampia famiglia di composti, contenenti da due a sette anelli aromatici, presenti nell’ambiente (atmosfera, suolo, cibo, ecc.) quali prodotti di combustione e pirolisi; si formano generalmente quando sostanze come carbone, petrolio, gas e rifiuti organici vengono bruciati in modo incompleto.
Gli IPA sono stati ampiamente studiati da quando si è scoperto che il benzo[a]pirene è genotossico e cancerogeno. In generale, gli IPA oltre alla loro capacità di indurre mutazioni possono anche promuovere la formazione di tumori; sono attivamente coinvolti nella induzione enzimatica, immunosoppressione, teratogenesi.
La prova che gli IPA sono cancerogeni per l’uomo deriva principalmente da studi occupazionali, a seguito di inalazione ed esposizione cutanea.
Non sono disponibili studi sull’uomo relativi ad altre vie di esposizione e sono proprio queste ultime a determinare i tessuti bersaglio e la tossicità specifica.
Esiste un alto rischio di tumore a livello di polmone, mammella e vescica nei lavoratori di impianti di gassificazione del carbone, raffinerie di petrolio, fonderie di ferro, acciaio ecc., accompagnati da ulteriori rischi di anomalie respiratorie croniche (silicosi, bronchite, sintomi simili all’asma, ecc.), soprattutto nei lavoratori delle fabbriche di alluminio.
Per l’uomo, comunque, la fonte di esposizione più frequente sembra essere il cibo, dove i processi di trasformazione dei prodotti alimentari, che vanno dalla lavorazione industriale (essiccazione, torrefazione) ai diversi processi di cottura (griglia, frittura, barbecue) sembrano rivestire un ruolo importante.
Le procedure di essiccazione o tostatura dei semi o dei frutti di alcune piante (cocco, girasole, oliva, caffè, ecc.), per ottenere bevande o oli vegetali, contribuiscono significativamente alla presenza di IPA negli alimenti.
Per questo vi è stata la necessità di rivedere i livelli massimi di IPA ammessi in alcuni alimenti, spezie e piante medicinali essiccate (Regolamento 2015/1933 UE che si applica dal 1 aprile 2016).

L’attuale legislazione europea, sebbene talvolta complicata da regolamenti nazionali, prevede che vengano effettuati controlli anche sui prodotti a base di piante medicinali, che possono essere contaminati durante i processi di produzione.
A tale scopo, l’ESCO Working Group on Botanicals and Botanical Preparations dell’European Food Safety Authority (EFSA) ha ritenuto opportuno definire i requisiti in materia di residui di pesticidi, micotossine, metalli pesanti e residui di idrocarburi policiclici aromatici nelle droghe vegetali e loro derivati (1). 

La modalità di contaminazione da IPA più frequente è quella ambientale, soprattutto se le piante crescono in prossimità di centri urbani e aree industriali. In passato sono state riscontrate elevate concentrazioni di IPA nelle foglie di matè (Ilex paraguariensis), utilizzate per preparare infusi; la contaminazione da IPA è stata considerata quale reale responsabile della cancerogenicità di questa pianta (a livello dell’esofago, orofaringe, laringe, polmone, rene e vescica) (2).
Per ridurre al minimo l’assunzione di IPA (soprattutto quelli ad alto peso molecolare) nella nostra dieta, è opportuno lavare accuratamente frutta e verdura. Molti altri studi riportano contaminazioni da IPA in piante come tiglio (Tilia cordata), menta (Mentha longifolia), melissa (Melissa officinalis) e in piante di provenienza cinese come il ginseng (Panax spp.).
La contaminazione da IPA è stata riscontrata anche in prodotti finiti come integratori alimentari a base di Ginkgo biloba, Fucus vesiculosus, Ascophyllum nodosum, Spirulina e propoli. 

Commento
L’argomento della contaminazione da IPA è di grande attualità e, sebbene l’interesse sia recente, il problema non lo è.
Basti pensare alle contaminazioni da IPA riportate già diversi anni fa (3); tra il 2008 ed il 2009 i prodotti contaminati erano integratori alimentari contenenti resveratrolo, Hypericum perforatum, propoli e Ginkgo biloba.
Prima del 2008, è stata riscontrata la presenza di concentrazioni relativamente alte di benzo[a]pirene anche in prodotti contenenti valeriana, tè verde e dong quai.
Ogni singolo integratore può contribuire significativamente ad aumentare l’esposizione a tali contaminanti, motivo per cui l’EFSA dovrà individuare delle misure atte a ridurre ulteriormente il potenziale consumo di IPA, proveniente dagli alimenti.

A tale scopo, il Ministero della Salute lo scorso anno ha proposto alcune misure per ridurre l’esposizione agli IPA (4), quali:

  • limitare la cottura di cibi alla griglia negli ambienti chiusi;
  • dotare stufe, camini e grill di adeguate prese d’aria per una buona combustione;
  • mantenere una adeguata ventilazione dei luoghi dove vi sono in uso stufe, camini e grill;
  • assicurare un buon funzionamento ed un regolare controllo delle cappe;
  • se possibile, installare un sistema di ventilazione meccanica per ricambiare l’aria nell’abitazione;
  • eliminare il fumo negli ambienti confinati.

Più recente è la “Normativa contaminanti e tossine vegetali negli alimenti” (Aggiornamento marzo 2016), in cui la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del nostro Ministero della Salute ha stilato un documento riportante tutti i riferimenti sugli IPA ed i relativi livelli massimi ammessi in carni, prodotti a base di carne affumicati, pesce e prodotti della pesca affumicati in modo tradizionale (Regolamento UE n. 1327/2014), nonché quelli ammessi in prodotti come fibra di cacao, chips di banana, integratori alimentari, piante aromatiche essiccate e spezie (Regolamento UE n. 1933/2015).
L’interesse europeo, confermato da questo “Reflection paper”, mira, con il contributo di tutti, a raccogliere più informazioni possibili, al fine di stilare linee guida specifiche e aggiornate su controlli da adottare e le procedure da seguire in caso di contaminazione. 

Fonte
European Medicines Agency (EMA) – Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC). Reflection paper on Polycyclic Aromatic Hydrocarbons in herbal medicinal products/traditional herbal medicinal products. 2016; EMA/HMPC/300551/2015. p 1-15.

Bibliografia

  1. EFSA (European Food Safety Authority). EFSA Scientific Cooperation (ESCO) Report: Advice on the EFSA guidance document for the safety assessment of botanicals and botanical preparations intended for use as food supplements, based on real case studies. The EFSA Journal, 2009, 7(9): 280.
  2. Kamangar F, Schantz MM, Abnet CC, Fagundes RB, Dawsey SM. High Levels of Carcinogenic Polycyclic Aromatic Hydrocarbons in Mate Drinks. Cancer Epidemiologyl, Biomarkers & Prevention, 2008, 17: 1262-1268.
  3. Martena MJ, Grutters MMP, De Groot HN, Konings EJM, Rietjens IMCM. Monitoring of polycyclic aromatic hydrocarbons (PAH) in food supplements containing botanicals and other ingredients on the Dutch market, Food Additives & Contaminants: Part A, 2011, 28:7, 925-942.
  4. Direzione generale della prevenzione sanitaria – Direzione generale della comunicazione e dei rapporti europei e internazionali. Ministero della Salute. Idrocarburi aromatici policiclici (IPA). 2015, 1-2 (disponibile presso).
Ultimo aggiornamento: 04 settembre 2016