Rischi associati ad analgesici oppioidi. FDA, marzo 2016

A cura di Marica Anfuso Alberghina. UOSD Farmacologia Clinica. AOU Policlinico “G. Martino”, Messina

La Food and Drug Administration (FDA) ha pubblicato un avviso per informare gli operatori sanitari circa alcuni rischi associati agli analgesici oppioidi tra cui interazioni potenzialmente dannose con numerosi farmaci, problemi alle ghiandole surrenali e riduzione dei livelli di ormoni sessuali.

Raccomandazioni e informazioni per i pazienti e gli operatori sanitari

  • Sindrome serotoninergica
    I pazienti che assumono un oppioide in concomitanza a un farmaco serotoninergico dovrebbero rivolgersi immediatamente al proprio medico se sviluppano sintomi quali agitazione, allucinazioni, aumento della frequenza cardiaca, febbre, sudorazione eccessiva, brividi o tremori, contrazioni o rigidità muscolare, problemi di coordinazione e/o nausea, vomito o diarrea. I sintomi iniziano in genere entro alcune ore o al massimo entro pochi giorni dall’assunzione di un oppioide in concomitanza con un altro farmaco che aumenta gli effetti della serotonina nel cervello, ma i sintomi possono verificarsi anche in seguito, in particolare dopo un aumento del dosaggio.
    Gli operatori sanitari dovrebbero interrompere il trattamento con gli oppioidi e/o l’uso di altri medicinali se si sospetta una sindrome serotoninergica.
    Nel database della FDA Adverse Event Reporting System (FAERS) sono stati riportati casi di sindrome serotoninergica più frequentemente con gli oppioidi fentanil e metadone utilizzati alle dosi consigliate.
  • Insufficienza surrenalica:
    I pazienti dovrebbero rivolgersi al proprio medico in caso di sintomi di insufficienza surrenalica, come nausea, vomito, perdita di appetito, affaticamento, debolezza, vertigini o ipotensione. Gli operatori sanitari dovrebbero eseguire test diagnostici se si sospetta un’insufficienza surrenalica. Se viene diagnosticata un’ insufficienza surrenalica, questa dovrebbe essere trattata con corticosteroidi ed il trattamento con oppiodi dovrebbe essere sospeso se possibile. Se il trattamento con l’oppioide può essere sospeso, deve essere eseguita la valutazione di follow-up della funzionalità surrenalica per determinare se il trattamento con corticosteroidi può essere sospeso.
  • Diminuzione dei livelli di ormoni sessuali:
    I pazienti devono informare il proprio medico se riscontrano sintomi di riduzione della libido, impotenza, disfunzione erettile, assenza di ciclo mestruale o infertilità.
    Gli operatori sanitari dovrebbero effettuare una valutazione dei parametri di laboratorio in pazienti con tali segni o sintomi.

Sintesi dei dati dall’FDA

Sindrome serotoninergica
Una ricerca condotta sul database della FDA Adverse Event Reporting System (FAERS), nel periodo compreso tra il 1° gennaio 1969 e il 12 giugno 2013, ha identificato 43 casi di sindrome serotoninergica in cui gli oppioidi sono stati utilizzati in concomitanza con altri farmaci serotoninergici. L’analisi ha escluso meperidina, tramadolo e tapentadolo, per cui il rischio di sindrome serotoninergica, al momento dell’analisi, era già noto. Gli oppioidi più comunemente riportati in correlazione alla sindrome serotoninergica includevano fentanil (n = 28), ossicodone (n = 7) e metadone (n = 5). Altri oppioidi riportati includevano idromorfone, morfina, alfentanil / remifentanil / sufentanil, idrocodone, naltrexone e pentazocina. Anche se non ci sono state segnalazioni di sindrome serotoninergica con un oppioide usato da solo, 5 casi hanno riportato che la sindrome serotoninergica si è verificata con l’uso di due o più oppioidi contemporaneamente. Tutti questi cinque casi segnalati riportavano l’uso di fentanil insieme ad almeno un altro oppioide [ossicodone (n = 4), morfina (n = 1), idromorfone (n = 1), idrocodone (n = 1)].

Insufficienza surrenalica
Una ricerca condotta sul database della FDA Adverse Event Reporting System (FAERS), nel periodo compreso tra il 1° gennaio 1969 al 5 febbraio 2014, ha identificato 37 casi di insufficienza surrenalica riportati con l’uso di oppioidi. Sono stati segnalati 27 casi di pazienti in monoterapia con oppioidi, mentre 10 utilizzavano più di un oppioide contemporaneamente. Gli oppioidi più comunemente riportati in correlazione ad insufficienza surrenalica includevano fentanil (n = 10) e ossicodone (n = 10), seguiti da buprenorfina o buprenorfina/naloxone (n = 7), idromorfone (n = 6) e tramadolo (n = 4). Secondo quanto riportato, il tempo di insorgenza di insufficienza surrenalica dopo l’inizio della terapia con oppioidi variava da 1 giorno a più di 1 anno; tuttavia, molti dei casi riportavano insufficienza surrenalica dopo almeno 1 mese di utilizzo. Molti dei pazienti sono stati ricoverati in ospedale. Su 37 casi, in 21 era riportato che i pazienti avevano ricevuto un trattamento con corticosteroidi. In 16 casi è stata riportata l’interruzione o la riduzione del dosaggio di oppioidi. Su 16 casi, in 9 è stato riportato un miglioramento, in 3 i sintomi erano ancora in corso e in 4 non è stato riportato l’esito. Alcuni pazienti hanno manifestato un sollievo dei sintomi quando sono passati da un oppioide ad un altro.

Carenza di androgeni
In letteratura una serie di studi, condotti in diversi ambiti, hanno dimostrato una riduzione degli ormoni gonadici negli uomini e nelle donne che assumevano oppioidi a lungo termine. Tuttavia, nella maggior parte dei casi si trattava di studi descrittivi di prevalenza che non includevano valori basali dei livelli di ormoni ed inoltre i gruppi trattati con oppioidi non erano paragonabili con i gruppi di controllo per quanto riguarda i farmaci concomitanti, l’attività fisica, lo stile di vita e fattori psicologici che possono influenzare i livelli di ormoni gonadici. A causa dei limiti degli studi, non è chiaro se i bassi livelli di ormoni gonadici oltre ai sintomi ed ai segni associati in uomini e donne possano essere attribuiti all’utilizzo di oppioidi a lungo termine oppure ad altri fattori come la patologia di base del paziente che ha richiesto l’impiego di oppioidi, i fattori di stress fisico o mentale, variazioni di peso o l’utilizzo di farmaci concomitanti o di integratori.

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Ultimo aggiornamento: 02 maggio 2016