Farmaci antiepilettici e suicidio. Ministero della Salute neozelandese, marzo 2016

A cura di Claudia Giardina. UOSD Farmacologia Clinica. AOU Policlinico “G. Martino” Messina

I farmaci antiepilettici sono stati associati a suicidio e tendenza al suicidio quando vengono utilizzati per il trattamento dell’epilessia e di altre condizioni. Tutti i pazienti che assumono farmaci antiepilettici dovrebbero essere attentamente monitorati per i cambiamenti nel comportamento che potrebbero indicare una tendenza al suicidio.

I pazienti, le loro famiglie e i caregiver devono contattare immediatamente il medico se nutrono qualche preoccupazione circa cambiamenti di umore o di comportamento.

Fino al 30 settembre 2015 il Centro di Monitoraggio delle Reazioni Avverse (CARM) neozelandese ha ricevuto 31 segnalazioni di suicidio, tentato suicidio, tendenza al suicidio, ideazione suicida o pensieri di autolesionismo nei pazienti che assumevano farmaci antiepilettici (Tabella).

Tabella. Segnalazioni pervenute al CARM (N = numero totale delle segnalazioni ricevute)

 

Clonazepam

(N=66)

Valproato

(N=359)

Lamotrigina

(N=144)

Topiramato

(N=90)

Gabapentin

(N=182)

Pregabalin

(N=15)

Pensieri di autolesionismo

 

 

2

2

 

 

Ideazione suicidaria

 

 

 

1

 

 

Tendenza al suicidio

1

 

2

5

5

 

Tentato suicidio

5

2

1

 

2

1

Suicidio

3

1

1

 

1

1

Totale*

6

3

5

7

8

2

*Le segnalazioni possono contenere più di un termine

Tali eventi possono verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento. Il tempo di latenza, quando riportato (25 casi su 31 riportati al CARM), variava da meno di 12 ore ad oltre cinque anni dall’inizio del trattamento.
In 27 report, è stata fornita l’indicazione d’uso. Questi farmaci sono stati usati per trattare l’epilessia o convulsioni in 7 casi, il dolore in 11 casi, disturbi dell’umore in 7 casi ed obesità in 1 caso.

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Prescriber Update 2016; 37: 6-7

Ultimo aggiornamento: 04 aprile 2016