Perdita di capelli indotta da farmaci

A cura di Ilaria Marcianò. UOSD Farmacologia Clinica. AOU “G. Martino” Messina

La perdita dei capelli è un disturbo frequente con conseguenze psicologiche potenzialmente gravi. Può essere temporanea o permanente, diffusa o localizzata, improvvisa o graduale.
Sulla rivista Prescrire International è stato pubblicato un articolo in cui è stata focalizzata l’attenzione sulla perdita dei capelli indotta da farmaci (1). Di seguito si riporta la sintesi dell’articolo.

Interazione del farmaco con il ciclo di crescita del capello
Determinati farmaci risultano in grado di interrompere il ciclo di crescita del capello, in alcuni casi 2-3 mesi dopo l’inizio del trattamento, in altri casi dopo 1-4 settimane. Il ciclo del capello può anche essere alterato da farmaci che agiscono sull’equilibrio ormonale, soprattutto quelli con proprietà androgeniche.
Il grado di perdita dei capelli dipende dal numero di follicoli piliferi colpiti. Il capello generalmente ricresce dopo la sospensione del farmaco, ma a volte solo dopo diversi mesi.

Farmaci oncologici: frequente perdita di capelli, talvolta improvvisa e severa
La perdita dei capelli è frequente con gli agenti alchilanti, quali ciclofosfamide e ifosfamide. Con la ciclofosfamide, la perdita dei capelli inizia oltre 3 settimane dopo la prima dose. Colpisce circa il 20% dei pazienti che ricevono basse dosi e quasi tutti quelli che ricevono dosaggi elevati. La ricrescita dei capelli visibile inizia circa tre mesi dopo, anche quando si continua il trattamento.
La perdita dei capelli è una reazione avversa frequente anche con paclitaxel, docetaxel ed eribulina. In particolare tale reazione è severa e irreversibile nei pazienti trattati con paclitaxel o docetaxel per il carcinoma della mammella.
Le antracicline e i loro derivati, quali doxorubicina ed epirubicina, causano perdita dei capelli in più della metà dei pazienti, ma tale rischio risulta essere inferiore con la doxorubicina liposomiale pegilata. In un trial condotto su 509 pazienti con carcinoma della mammella che avevano ricevuto doxorubicina standard o la forma liposomiale pegilata, si è verificata una perdita dei capelli totale o pronunciata rispettivamente nel 54% e nel 7% dei casi.
Altri farmaci oncologici frequentemente implicati includono bleomicina, epipodofillotossine (es. etoposide), alcaloidi della vinca (es. vincristina e vindesina), gli inibitori della serina-treonina chinasi BRAF mutata (es. vemurafenib) e farmaci, come il sorafenib, che inibiscono diverse chinasi coinvolte nell’angiogenesi e nella crescita tumorale.
La perdita dei capelli può essere causata da molti altri farmaci oncologici, inclusi i derivati del platino, gli agenti alchilanti, gli antimetaboliti (es. fluorouracile e gemcitabina) e gli anticorpi anti-CD20, come l’obinutuzumab che ha attività antitumorale.
Con il busulfan è stata invece osservata l’insorgenza di alopecia irreversibile.

Altri farmaci

  • Gli interferoni causano una perdita di capelli moderata e reversibile nel 7-30% dei pazienti. Tale perdita dei capelli potrebbe essere diffusa o pruriginosa (inclusa l’alopecia aerata).
  • Gli antifungini azolici possono provocare una perdita reversibile dei capelli, soprattutto in caso di trattamenti prolungati e/o ad alti dosaggi. In una coorte di 175 pazienti che avevano ricevuto voriconazolo per un mese, spesso a dosaggi elevati ma senza chemioterapia antitumorale, l’82% dei pazienti ha riportato la perdita dei capelli. Tale perdita interessava il cuoio capelluto nel 96% dei casi e il resto del corpo (comprese ciglia e sopracciglia) in circa il 40% dei casi. L’alopecia era insorta in media 75 giorni dopo l’inizio del trattamento. Tre mesi dopo la sospensione del voriconazolo, i capelli e i peli avevano ricominciato a crescere nel 69% dei pazienti, inclusi coloro che stavano ancora assumendo altri antifungini.
  • Molti immunosoppressori utilizzati in diverse patologie, compresi i disordini reumatoidi e cutanei, possono determinare perdita dei capelli. Durante i trial clinici condotti sulla leflunomide nell’artrite reumatoide, il 10% dei pazienti aveva manifestato la perdita dei capelli, che in alcuni casi ha determinato l’interruzione del trattamento.
    La ciclosporina e il tacrolimus sono principalmente associati ad un eccessiva crescita dei capelli, ma possono occasionalmente causarne una perdita diffusa o pruriginosa. Anche altri farmaci immunosoppressori, inclusi gli anti-TNF-alfa, sono implicati nella perdita dei capelli.
  • I pazienti che assumono litio talvolta presentano perdita dei capelli, con insorgenza dopo diverse settimane o mesi dall’inizio del trattamento. I capelli generalmente ricrescono, nonostante la continua esposizione al litio, ma a volte solo in seguito alla sua sospensione. La perdita di ciglia e sopracciglia è rara. In alcuni casi, la perdita dei capelli è dovuta ad ipotiroidismo provocato da litio, la cui correzione determina la ricrescita dei capelli.
  • Alcuni ormoni influenzano il ciclo di crescita del capello. Il testosterone e le sostanze con proprietà androgeniche, come il danazolo, possono provocare perdita dei capelli in seguito ad un uso prolungato. Casi analoghi sono stati riportati anche con l’uso di tibolone, un farmaco usato per le sue proprietà estrogeniche ma anche androgeniche. Gli antiandrogeni non steroidei, come la bicalutamide, possono determinare sia ricrescita che perdita dei capelli.
    La perdita dei capelli è stata riportata anche con i progestinici e con farmaci che interferiscono con gli estrogeni (quali clomifene, tamoxifene e inibitori dell’aromatasi).
    I farmaci antitiroidei, quali il carbimazolo, possono causare perdita dei capelli.
  • Una diffusa perdita dei capelli è segno di tossicità cronica da vitamina A. I retinoidi come l’acitretina e l’isotretinoina, entrambi derivati della vitamina A, possono quindi determinare perdita dei capelli.
  • Anche i calcio-antagonisti (es. verapamil e nifedipina), i beta-bloccanti (anche a seguito di somministrazione oculare), gli ACE-inibitori e gli alfa-bloccanti possono determinare perdita dei capelli.
    Gli ipocolesterolemizzanti possono a volte essere implicati. Diversi casi sono stati riportati, in seguito all’uso di simvastatina, con insorgenza circa 15 mesi dopo l’inizio del trattamento. Casi analoghi sono stati riportati anche con l’impiego di fibrati (es. bezafibrato).
    L’amiodarone è stato associato sia a perdita dei capelli sia ad aumento della loro crescita. I casi di perdita dei capelli potrebbero essere dovuti a disordini della tiroide indotti dall’amiodarone.
  • Le patologie psichiatriche di per sé possono determinare una perdita dei capelli, che comunque è stata riportata anche in pazienti trattati con SSRI (es. fluoxetina) e SNRI (es. venlafaxina), così come con l’agomelatina, un agonista del recettore per la melatonina impiegato nel trattamento della depressione.
  • Gli antiepilettici possono causare perdita dei capelli. L’acido valproico scatena una temporanea perdita dei capelli, talvolta associata a ricrescita di capelli ricci.
  • Molti agenti anti-infettivi possono causare perdita dei capelli, compresi alcuni antivirali (boceprevir e daclatasvir), i farmaci antiretrovirali, gli antibiotici (es. nitrofurantoina), oltre agli antiparassitari (es. clorochina e meflochina).
    Il ruolo dei singoli farmaci antitubercolari è difficile da determinare poiché essi sono generalmente utilizzati in associazione.
    Rari casi di perdita di capelli sono stati segnalati con l’uso di terbinafina.
  • L’eparina, specialmente in caso di uso prolungato, e gli antagonisti della vitamina K possono occasionalmente causare perdita di capelli, così come l’eltrombopag, un anti-emorragico agonista dei recettori per la trombopoietina.

La perdita dei capelli è stata segnalata in seguito all’uso di numerosi altri farmaci, appartenenti ad un’ampia varietà di classi farmacologiche, che includono i farmaci usati nella gotta (es. probenecid e colchicina), i bifosfonati (es. acido zoledronico), i FANS (es. indometacina), gli ipoglicemizzanti (es. exenatide), gli inibitori di pompa protonica (es. omeprazolo), gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (es. sildenafil) e gli antistaminici.
Molti altri farmaci sono stati associati alla perdita di capelli ma senza evidenze chiare di tale associazione.

Bibliografia

  1. Prescrire International 2016; 25: 127-129.

Link

Perdita di capelli

Ultimo aggiornamento: 06 luglio 2016