Un caso di dermatite cronica da contatto causata dall’uso di una tintura per capelli di colore blu

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin – Dipartimento di Farmacia – Università di Napoli Federico II

Riportiamo di seguito un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Contact Dermatitis [2016; 75: 240–259] a cura di un gruppo di ricercatori americani Gary K. Soffer1, Jennifer Toh2, Stacy Clements1 e Sunit Jariwala2 (1Department of Pediatrics, Montefiore Hospital and Medical Center, Bronx, 10467, NY, USA e 2Department of Allergy and Immunology, Montefiore Hospital and Medical Center, Bronx, 10467, NY, USA) che hanno descritto il caso di una donna che ha manifestato una dermatite cronica da contatto causata da una tintura per capelli di colore blu.
Gli Autori riferiscono che il Disperse Blue 106 è un colorante tessile la cui allergenicità è ben nota, ma non è mai stato descritto in letteratura come causa di dermatite da contatto quando utilizzato nelle tinture per capelli. Gli Autori, in questo articolo, descrivono il caso di una paziente che aveva manifestato una dermatite da contatto in seguito all’utilizzo di una tintura per capelli di colore blu. Gli Autori precisano che i patch test avevano mostrato una reazione positiva al Disperse Blue 106 ma non alla p-fenilendiamina (PPD).

Caso clinico
Il caso descritto riguarda una donna di 45 anni, con una storia di rinite allergica, che manifestava da diversi anni prurito generalizzato e rash eritematoso intermittente, principalmente sul cuoio capelluto ma anche sul viso e sul collo. La paziente aveva riferito che questi sintomi erano iniziati quando aveva cominciato ad utilizzare una tintura per capelli di colore blu e che si riacutizzavano ogni qual volta si tingeva i capelli. Gli Autori precisano, però, che la paziente non era riuscita a precisare la marca di tintura che utilizzava in quanto si recava da diversi parrucchieri e che quindi le erano state applicate tinture di diversi marchi; l’unica certezza era che tutte le tinture erano di colore blu. La paziente, quindi, è stata sottoposta a patch test con la serie di base utilizzata solitamente dagli Autori e una seria aggiuntiva con il test Finn Chambers® occluso con il cerotto Scanpor®, in accordo alle linee guida di International Contact Dermatitis Research Group (ICDRG). Gli Autori riportano che l’unica reazione positiva (2+) manifestata dalla paziente, i giorni 2 e 6, era stata causata dal Disperse Blue 106. Infatti, la paziente non aveva manifestato alcuna reazione agli altri apteni, inclusa la PPD; per questo motivo hanno consigliato alla paziente di evitare l’uso di tutti i prodotti contenenti il colorante blu, in quanto se avesse continuato ad utilizzare gli stessi prodotti avrebbe sofferto ancora di dermatite al cuoio capelluto.

Discussione
Gli Autori riferiscono che la colorazione dei capelli è un fenomeno sempre più popolare; per questo è importante che si sappia che le tinture contengono numerose sostanze, a cui i pazienti possono reagire. Le tinture per capelli, solitamente, contengono diversi agenti sensibilizzanti molto potenti [1] e anche se la PPD è forse quello più conosciuto, non è l’unico ingrediente ad essere coinvolto nelle reazioni allergiche da contatto. Gli Autori riportano che il 99% delle tinture contiene almeno un ingrediente fortemente allergizzante [2] e che più dell’80% delle tinture contiene almeno 4 sostanze chimiche indicate come potenti agenti sensibilizzanti [3]. Gli Autori riportano che, anche se il colorante azoico Disperse Blue 106 è comunemente presente nei tessuti, non era mai stato identificato da loro né nelle tinture per capelli semipermanenti vendute nei negozi né in quelle utilizzate dai parrucchieri, anche se le etichette dei prodotti presentavano la dicitura “Potrebbero essere presenti coloranti azoici”.
Nel caso riportato dagli Autori la donna aveva manifestato una reazione positiva solo al Disperse Blue 106, ma non alla PPD, evidenziando che ci sono molte sostanze chimiche potenzialmente sensibilizzanti nelle tinture per capelli; per questa ragione può essere difficile determinare a quale specifico allergene sia sensibile un paziente, utilizzando la serie standard per patch test [4]. Gli Autori riferiscono che, attualmente, i patch test con la PPD sono l’unico metodo per eseguire uno screening iniziale nei pazienti con allergia da contatto alle tinture per capelli [5]. Secondo gli Autori, quindi, si dovrebbero testare anche apteni meno comuni, come il  Disperse Blue 106, e altri colori meno abituali.  Gli Autori concludono che il Disperse Blue 106 è stato più volte descritto come causa di dermatite da contatto in campo tessile, ma probabilmente dovrebbe essere considerato anche come agente sensibilizzante presente nelle tinture per capelli.

Bibliografia

  1. Kim H, Kim K. Prevalence of potent skin sensitizers in oxidative hair dye products in Korea. Cutan Ocul Toxicol 2015; 4: 1–4.
  2. Hamann D, et al. p-Phenylenediamine and other allergens in hair dye products in the United States: a consumer exposure study. Contact Dermatitis 2014; 70: 213–218.
  3. Yazar K, et al. Potent skin sensitizers in oxidative hair dye products on the Swedish market. Contact Dermatitis 2009; 61: 269–275.
  4. Isaksson M, et al. Patch testing to a textile dye mix by the International Contact Dermatitis Research Group. Dermatitis 2015; 26: 170–176.
  5. Søsted H, et al. Contact allergy to common ingredients in hair dyes. Contact Dermatitis 2013; 69: 32–39.
Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2017