Dermatite da contatto causata dall’arbutina presente in uno sbiancante per la pelle

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin – Dipartimento di Farmacia – Università Federico II di Napoli

Tratto da Numata T, et al. Contact dermatitis caused by arbutin contained in skin-whitening cosmetics. Contact Dermatitis 2016; 75: 187-8.

“Si riporta di seguito un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Contact Dermatitis [2016; 75: 187 – 188] a cura di un gruppo di dermatologi giapponesi Takafumi Numata, Rie Tobita, Ryoji Tsuboi e Yukari Okubo (Department of Dermatology, Tokyo Medical University, 160-0023 Tokyo, Giappone) riguardante un caso di dermatite allergica da contatto (DAC) all’arbutina, ingrediente presente in un prodotto cosmetico con azione sbiancante.
Gli Autori riportano che l’arbutina inibisce la produzione di melanina all’interno dei melanociti attraverso l’inibizione dell’attività dell’enzima tirosinasi (o DOPA ossidasi). Come riportato dagli Autori le dermatiti da contatto causate dall’arbutina sono state riportate raramente, e quelle note provengono solo dal Giappone. In questo articolo, gli Autori descrivono il caso di una donna con dermatite da contatto causata dall’arbutina presente in un cosmetico con azione sbiancante e una review di altri 5 casi di dermatite da contatto indotta dall’arbutina.

Caso clinico
Una donna giapponese di 60 anni si era presentata presso il Dipartimento di dermatologia con una storia di eritema al viso da 2 settimane. Gli Autori riferiscono che l’esame clinico aveva rivelato un eritema edematoso accompagnato da prurito al viso, maggiormente sulle guance e sulla fronte e che non era stato osservato leucoderma. Gli Autori sospettavano che la dermatite da contatto fosse stata causata da una risposta allergica ad una crema cosmetica.
Gli Autori hanno eseguito, quindi, il Repeated Open Application Tests (ROAT), che ha dato come risposta un eritema comparso il giorno dopo. Sono stati eseguiti anche i patch test con il test Finn Chambers su cerotto Scanpor applicati sulla schiena e sulla parte superiore del braccio della donna e le reazioni sono state lette nei giorni 2, 3 e 7, seguendo i criteri della International Contact Dermatitis Research Group (ICDRG). Gli Autori hanno osservato reazioni positive (++) alla crema cosmetica utilizzata dalla donna nei giorni 2, 3 e 7; inoltre tra tutti i 31 ingredienti della crema testati i patch test hanno mostrato reazioni positive (++) solo all’arbutina 3% aq. nei giorni 2, 3 e 7. Gli Autori riferiscono, inoltre, che successivi patch test hanno mostrato reazioni positive all’arbutina a concentrazioni decrescenti quali 0,3% aq. [giorni 2 , 3 e 7 (++)] e 0,03% aq. [giorno 2 e 3 (+), giorno 7 (?+)]; mentre hanno mostrato reazioni dubbie all’arbutina 0,003% [giorno 2 e 3 (?+), giorno 7(-)] e reazioni negative all’arbutina 0,0003% aq. [giorni 2, 3 e 7]. Gli Autori precisano che otto volontari sani hanno mostrato risultati negativi a questa sostanza.

Discussione
Gli Autori riportano che l’arbutina (CAS 497-76-7; 4-idrossifenil-ß-D-glucopiranoside) è un idrochinone glicosilato prodotto dall’uva ursina che inibisce la produzione di melanina, diminuendo l’attività dell’enzima tirosinasi.
Gli Autori sottolineano che in letteratura sono riportati 5 casi clinici di allergia da contatto causata dall’arbutina, incluso questo da loro descritto [1-3]. Tutti i pazienti erano di sesso femminile, l’età media era di 66,4 anni e la paziente più anziana aveva 78 anni. Le eruzioni si erano manifestate sul viso, soprattutto sulle guance, sulle palpebre e sulla fronte. Le reazioni erano di tipo eritematoso e in due pazienti erano anche di tipo edematoso. In questi casi rivisti dagli Autori la concentrazione di arbutina utilizzata nei patch test era del 3,0% in 2 casi; del 5,0% in altri 2 casi e del 7,0% in 1 caso. Ad eccezione del caso riportato dagli Autori, nessuno dei pazienti dei casi rivisti era stato sottoposto a patch test con concentrazioni decrescenti.
Gli Autori riferiscono che nella loro paziente le letture del patch test con concentrazioni di arbutina pari a 0,03% aq.; 0,003% aq. e 0,0003% aq. effettuate il giorno 7 non sono state considerate come reazioni allergiche chiare. Per questo motivo, gli Autori ritengono che la concentrazione ideale di arbutina per eseguire i patch test sia quella dello 0,3% aq.
Come riportato dagli Autori i cosmetici sbiancanti per la pelle sono comunemente utilizzati dalle donne asiatiche e in letteratura sono stati riportati diversi casi di dermatite da contatto causata da altri ingredienti presenti in essi tra cui la vitamina C, l’idrochinone, l’acido cogico e l’olio solubile di liquirizia [4,5]. Gli Autori, quindi, concludono che i patch test sono utili per identificare gli ingredienti incriminati in questi prodotti e nei prodotti simili.”

Bibliografia

  1. Sugawara K, et al. A case of contact dermatitis due to arbutin. Environ Dermatol 2002; 9: 146–148.
  2. Kanto H. Allergic contact dermatitis caused by new agents. J Environ Dermatol Cutan Allergol 2008; 2: 1–8.
  3. Matsuo Y, etal. A case of allergic contact dermatitis caused by arbutin. Contact Dermatitis 2015; 72: 404–405.
  4. Nakagawa M, Kawai K. Contact allergy to kojic acid in skin care products. Contact Dermatitis 1995; 32: 9–13.
  5. Numata T, et al. Two cases of allergic contact dermatitis due toskin-whitening cosmetics. Allergol Int 2015; 64: 194–195.
Ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2016