Nefrite interstiziale associata a trattamento con ibrutinib

A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina

 

Caso clinico (1)

Un uomo di 76 anni, affetto da depressione ed ipertensione, era in trattamento con ibrutinib (420 mg/die) per una leucemia prolinfocitica.

Quattro settimane dopo l’inizio del trattamento, il paziente manifestò un’insufficienza renale (creatinina 365 μmol/L), con proteinuria e microematuria, associate a parestesie e porpora a livello degli arti inferiori.

Una biopsia renale evidenziò la presenza di nefrite interstiziale acuta.

Venne interrotto il trattamento con ibrutinib e venne iniziata la somministrazione di metilprednisolone.

Dopo 11 giorni, i livelli di creatinina serica risultavano diminuiti notevolmente (da 365 μmol/L a 125 μmol/L) e si erano risolte anche la porpora, le parestesie, la proteinuria e l’ematuria.

 

Gli effetti avversi più spesso associati al trattamento con ibrutinib di solito sono di grado lieve e sono rappresentati da diarrea, ipertensione e infezioni del tratto respiratorio superiore.

Più raramente sono stati riportati casi di complicanze emorragiche e fibrillazione atriale.

Sono stati osservati casi di insufficienza renale acuta in pazienti che avevano problemi renali concomitanti (2); inoltre, in alcuni casi, il danno tubulare evidenziato grazie alla biopsia è stato attribuito al trattamento con ibrutinib (3).

 

Bibliografia

  1. Markóth C, et al. Ibrutinib-induced acute kidney injury via interstitial nephritis. Ren Fail 2021; 43: 335–339.
  2. Wang ML, et al. Long-term follow-up of MCL patients treated with single-agent ibrutinib: updated safety and efficacy results. Blood 2015; 126: 739–745.
  3. Manohar S, et al. Ibrutinib induced acute tubular injury: a case series and review of the literature. Am J Hematol 2019; 94: E223–249.

 

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Ultimo aggiornamento: 06 maggio 2022