Danno epatico associato a trattamento con levotiroxina

A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina

 

Caso clinico (1)

Una donna di 34 anni si presentò in ospedale con dolore all’addome superiore, anoressia e nausea.

La paziente riferì l’insorgenza di febbre e astenia da una settimana.

Due settimane prima, la donna era stata sottoposta a tiroidectomia per un nodulo tiroideo sospetto, che all’esame istologico risultò di natura benigna. Qualche giorno dopo l’intervento chirurgico, la donna aveva iniziato un trattamento con levotiroxina (50 mcg).

La paziente non aveva una storia di trasfusioni, epatopatie e consumo di alcol, nè aveva mai fumato.

 

In ospedale i segni vitali erano nel range della norma: frequenza cardiaca 68 battiti/minuto, frequenza respiratoria 10 atti/minuto, temperatura 36,8°C e pressione 108/63 mmHg.

La saturazione dell’ossigeno era pari al 96% a riposo.

 

L’esame obiettivo non evidenziò ittero, nè segni di epatopatia cronica.

Inoltre, l’esame neurologico completo confermò che la paziente era orientata nel tempo e nello spazio.

I risultati degli esami di laboratorio erano i seguenti:

  • bilirubina 1,4 mg/dl,
  • alanina-aminotransferasi (ALT) 549 U/L,
  • aspartato-aminotransferasi (AST) 372 U/L,
  • fosfatasi alcalina (ALP) 338 U/L.

 

L’ecografia addominale risultò nella norma.

Furono effettuate diverse indagini virologiche (epatite A, B, C, citomegalovirus) e la ricerca di autoanticorpi (anti-nucelo, anti-muscolo liscio, etc.), ma risultarono tutte negative.

I valori di ceruloplasmina erano nella norma (46 g/dl).

 

Poichè si sospettò un’epatite acuta da levotiroxina, il trattamento con questo farmaco venne interrotto.

Nell’arco di una settimana, i livelli serici degli enzimi epatici (ALT, AST e AP) e della bilirubina si normalizzarono.

 

La paziente consultò un altro medico che provò ad effettuare un rechallenge a basso dosaggio, ma ciò ebbe come conseguenza un aumento dei livelli degli enzimi epatici.

Per tale motivo, il trattamento venne nuovamente sospeso e i valori rientrarono nella norma.

L’ipotiroidismo della donna fu trattato con triiodotironina.

Gli esami tiroidei e i test di funzionalità epatica furono tenuti sotto controllo nei successivi 6 mesi.

 

In letteratura sono stati riportati casi di danno epatico indotto da levotiroxina (2-4). Tuttavia, il meccanismo alla base di tale effetto avverso rimane non chiaro (5).

 

Bibliografia

  1. Hlaihel AF, et al. Levothyroxine-induced liver injury followed by complete recovery upon cessation of the drug: a case report. J Med Case Rep 2019; 13: 311.
  2. Kawakami T, et al. Liver injury induced by levothyroxine in a patient with primary hypothyroidism. Intern Med 2007; 46: 1105–1108.
  3. Ohmori M, et al. Levothyroxine-induced liver dysfunction in a primary hypothyroid patient. Endocr J 1999; 46: 579–583.
  4. Kang S, et al. Occurrence of thyroxine tablet (Thyradin S®)–induced liver dysfunction in a patient with subclinical hypothyroidism. Endocr J 2015; 62: 719–724.
  5. Chang CY, Schiano TD. Review article: drug hepatotoxicity. Aliment Pharmacol Ther 2007; 25: 1135.

 

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Ultimo aggiornamento: 26 agosto 2020